Radicali liberi e invecchiamento cutaneo

L’invecchiamento è un processo fisiologico evolutivo irreversibile a cui vanno incontro tutti gli organi del nostro organismo.

Noi abbiamo la possibilità di rallentarlo e di accompagnarlo con grazia ma le alterazioni strettamente dipendenti dal patrimonio genetico di ogni singolo individuo si manifestano essenzialmente nella continua e progressiva perdita della funzionalità dell’organo stesso.

L’invecchiamento cutaneo, nello specifico, provoca alterazioni fisiologiche e strutturali causate dal peggioramento del grado di tonicità, idratazione ed elasticità.

La cute si disidrata progressivamente, il rinnovamento cellulare rallenta con accumulo delle cellule senza nucleo e irrregolarità cromatica dello strato corneo che è il più superficiale.

L’epidermide si assottiglia perdendo la sua struttura ordinata degli strati di cui è composta con il conseguente deficit degli scambi nutrizionali.

Un fatto importante è la perdita di disponibilità del sebo e del fattore di idratazione naturale che influisce sulla funzione barriera e quindi la pelle risulta più sensibile verso gli agenti esterni.

Nel derma rallenta l’attività dei fibroblasti causando una minor produzione di collagene, elastina e altri componenti della matrice di sostegno.

Non dimentichiamo che la cute a differenza degli altri tessuti, è esposta continuamente ad insulti stressanti provenienti dall’ambiente esterno e quindi oltre all’invecchiamento fisiologico che noi chiamiamo Crono Aging, abbiamo anche i danni del cosiddetto Foto Aging.

Certamente concorrono anche le abitudini quotidiane di ognuno di noi ad accelerare questo processo, vedi il fumo di sigaretta, il consumo di alcool, l’inquinamento atmosferico, le infezioni batteriche, le carenze nutrizionali e lo stress sia fisico che psichico provocano delle profonde alterazioni alle strutture cutanee.

Oggi sappiamo che i principali responsabili dell’invecchiamento indotto sono i raggi ultra violetti UVA e UVB che hanno la capacità di incrementare fino al 90% il danno cutaneo. Un ruolo chiave nel processo di foto AGING e l’aumento dei livelli di Ros che sono le specie reattive dell’ossigeno.

Nella cute tra l’1,5% e il 5% dell’ossigeno consumato e convertito in questo tipo di molecole come sottoprodotti di scarto durante i processi metabolici, essi hanno la capacità di interagire e di legarsi con altre molecole dell’organismo come proteine, lipidi di membrana ed acidi nucleici, alterandone la struttura e la funzione biochimica.

L’eccessiva presenza dei Ros è fisiologicamente controllata nel nostro organismo da antiossidanti che ne limitano l’azione. Il danno infatti si instaura quando l’equilibrio tra sistemi antiossidanti e Ros viene ad essere alterato e i danni si manifestano sia negli strati più superficiali della cute sia in quelli più profondi.

Gli effetti degli UVB sono diretti allo strato superficiale inducendo lesioni al DNA comportando così una precoce atrofia del tessuto.

Gli  UVA invece riescono a penetrare nel derma amplificando il fisiologico processo di invecchiamento cutaneo con conseguente perdita di elasticità, formazione di rughe anche profonde e cedimento del tono, con conseguente lassità.

Ecco qui l’importanza di arricchire la cute utilizzando agenti antiossidanti topici in grado di prevenire il danno fotoindotto e in alcuni casi anche capaci di riparare i segni di foto aging.

Sappiamo infatti, che esistono sostanze come la vitamina C, la vitamina E, i poli fenoli e i carotenoidi che hanno un’alta attività antiossidante e nell’uomo manifestano effetti benefici di protezione e modulazione dei processi di degenerazione.

Tuttavia adottare un corretto stile di vita proteggendosi dall’eccessiva esposizione alle radiazioni solari rappresenta senza dubbio la strategia migliore per preservare la pelle dall’invecchiamento precoce.